Nel cuore della Sardegna, ad Orani, il Museo Nivola, conserva la più importante collezione al mondo delle opere dello scultore sardo che conquistò New York. Sandman. L’uomo che costruiva magnifici castelli sul mare con i figli avuti da sua moglie Ruth Guggenheim.
La Sardegna ha dato i natali ad importanti artisti del ‘900, innovatori e sperimentatori, artisti che hanno lasciato l’isola per poi farne ritorno. Una cosa li accomuna: quel legame e amore per la propria terra, mai dimenticata, filtrata dalle esperienze del mondo. Pensiamo ad artisti come Maria Lai e Pinuccio Sciola che hanno portato nella loro arte rispettivamente la tradizione del ricamo e le sonorità del basalto.
Così Costantino Nivola trova nella sua terra di sabbia, di pietre e di mare la sua visione artistica.
Costantino Nivola – l’artista
Nivola nasce ad Orani nel 1911. Figlio di un muratore, impara il mestiere dal padre per poi diventare apprendista del pittore Delitala a Sassari. Grazie ad una borsa di studio nel 1931 frequenta l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza. Studia con lo scultore Marino Marini e il grafico Marcello Nizzoli, con l’architetto Giuseppe Pagano che lo coinvolge nella Triennale di Milano nel 1936 e l’Expo di Parigi nel 1937. Diventa direttore artistico, solo dopo un anno di lavoro come grafico, di quella che sarebbe stata l’impresa più all’avanguardia nelle strategie di comunicazione, l’Olivetti.
Il matrimonio con l’ebrea Ruth Guggenheim e le sue idee antifasciste lo costringono a lasciare l’Italia nel 1938 per Parigi e poi per gli Stati Uniti.
New York lo folgora. Nivola la definisce “uno spettacolo fantastico”.
All’inizio viene ritenuto troppo moderno anche per una città così futuristica, ma basta poco affinché il suo punto di vista diventi il fulcro del dibattito culturale di una città che sa mutare velocemente. Qui inizia la sua carriera da art director per riviste di architettura, Interiors, Pencil Points. Innova grafiche e contenuti delle testate.

A New York nel 1942 Nivola tiene la sua prima personale, presso la Betty Parson Gallery. Ma New York porta il caos dentro di sé, ed arriva la prima crisi esistenziale, da cui ne uscirà grazie all’incontro più importante nella vita dell’artista: il maestro dell’architettura moderna Le Corbusier, di cui diventerà amico e discepolo. Dalla lezione di Le Corbusier Nivola maturerà un personale linguaggio che renderà riconoscibile la sua opera in tutte le declinazioni.
“Monsieur Nivola lei ha talento; credo che avrà delle possibilità. I suoi lavori sono come burattini e lei deve imparare a tirare i fili; deve imparare il ruolo che ogni elemento gioca in una composizione plastica”.
Nel 1947 Si trasferisce con la famiglia a Springs, Long Island, località dove risiedono artisti amici come Jackson Pollock, Willem de Kooning, Saul Steinberg. Qui crea il giardino che è anche opera d’arte ambientale pubblicato su riviste come Domus. Giocando sulla sabbia con i due figli Claire e Pietro ha la perfetta visione di quello che sarà il suo linguaggio.


Nel 1950 inventa ed elabora la tecnica del sandcasting, un metodo per creare sculture in cemento da matrici di sabbia. La rivista Look il 19 giugno del 1951 lo definisce per la prima volta Sandman, l’uomo della sabbia. Gli dedica un ampio servizio e foto dedicate su come realizzare questa tecnica, quasi un tutorial.
“Cerca un luogo pulito, inumidisci la sabbia e assicurati che la marea non arrivi”.
“La spiaggia assolata: lo studio perfetto dello scultore: salutare, molta luce e affitto basso”.
Il successo arriva con la sua prima commissione, un basso rilievo per la nuova sede dello showroom Olivetti di New York sulla Fifth Avenue, su progetto dei BBPR. Un’opera di venti metri di lunghezza per quattro di altezza.
“Potrebbe significare qualsiasi cosa, ma se proprio devo attribuirgliene uno, direi ospitalità”.
In breve tempo diventerà uno dei più apprezzati scultori per l’architettura, nel pieno del dibattito internazionale sulla sintesi delle arti. Realizzerà altri importanti lavori: la facciata da 300 metri quadrati del Mutual of Hartford Insurance Company, le sculture dei Morse and Stiles College di Yale. Le sculture della Public School 320 di Brooklyn, i graffiti e i rilievi del Children’s Psychiatric Hospital nel Bronx.
Diventa docente negli anni Sessanta nelle migliori università americane la Columbia, Berkeley, Harvard.
Nel 1965 fa rientro in Italia per la quadriennale d’arte nazionale a Roma. L’anno dopo a Nuoro realizza la piazza dedicata al poeta Sebastiano Satta. Torna in America, l’Italia gli commissiona la scultura che rappresenterà il Paese alle Olimpiadi di Città del Messico.

Il lavoro di Nivola continua. I temi principali sono quelli della “madre” e del “costruttore”, la vita comunitaria, l’arte come strumento di partecipazione e crescita civile. Rivisita in chiave moderna la tradizione popolare e l’arte preistorica della Sardegna. Sperimenta la terracotta, i materiali “nobili” del marmo e del bronzo. Forte è il richiamo alla forza generatrice della donna e della natura nelle sue figure femminili con la serie delle Madri.
Negli anni stringe amicizia con Maria Lai con cui realizza Il Lavatoio Comunale di Ulassai.
Le opere di Nivola sono nel mondo e sono riconoscibili grazie al suo semplice e inconfondibile segno. Per conoscere di più sulle opere dell’artista, oggi a Orani, nel suo paese, c’è un importante museo a lui dedicato, il Museo Nivola.
Nel Paese invece potete ammirare il graffito realizzato dall’artista nel 1958 che raffigura la battaglia di Lepanto del 1571, a memoria della vittoria del cristianesimo sugli infedeli.




Il museo Costantino Nivola ad Orani
Orani il suo paese di origine, quel legame con la terra sarda che lo accompagnerà per tutto il suo lavoro. E’ qui che nel 1995, sette anni dopo la morte dell’artista, nell’antico (e restaurato) lavatoio del paese, su una panoramica collina, nasce il Museo a lui dedicato. Successivamente a questo edifico sono stati aggiunti un nuovo padiglione nel 2004 e un’ala seminterrato nel 2012.



Il Museo Nivola conserva oltre 200 opere acquisite anche attraverso successive donazioni. La più importante collezione al mondo delle opere di Costantino Nivola tra sculture e dipinti.
Il progetto di recupero del Lavatoio e quello successivo di ampliamento ha conservato l’identità del luogo seguendo le linee e le geometrie esistenti, gli spazi aperti, la linea dell’acqua della fontana che scorre fino al nuovo spazio. Dall’alto della collina su cui si trova il Museo Nivola si apre una vista poetica e suggestiva su tutto il paese di Orani. All’esterno il percorso prosegue con diverse sculture e una fontana monumentale progettata dallo stesso Nivola.
Il percorso museale dedicato alle opere dell’artista si snoda oggi nelle nuove aree. Mentre l’antico lavatoio ospita le mostre temporanee dedicate ad artisti che fanno del rapporto tra arte, architettura e paesaggio il fulcro della loro ricerca.

Le opere di Costantino Nivola nel suo museo
Il museo ospita opere realizzate nei diversi anni dall’artista. Tra il 1947 e il 1950 realizza molti disegni, pochissimi quadri, si rifa al linguaggio post-cubista, all’esempio del Le Corbusier pittore e a quello di Fernand Léger, ma anche al Surrealismo. Da questa sperimentazione nasceranno le sue prime esperienze nella scultura.

La grafica pubblicitaria
Conosciuto più come scultore Nivola è stato un grande grafico e pubblicitario. Nel museo sono presenti una serie di manifesti e campagne pubblicitarie fortemente innovativi per l’epoca. Dal 1940 al 1945 è art director per diverse riviste, periodici di architettura come Interiors e The New Pencil Points, che rinnova, aprendoli all’influenza del modernismo europeo.

Nivola, scultore per l’architettura
Il successo ottenuto nel 1954 dal rilievo dello showroom Olivetti procura a Nivola una grande quantità di altre commissioni. E’ così che diviene lo scultore per l’architettura, avvicinando le due arti. La pittura e la scultura riuscivano ad “umanizzare” l’architettura moderna, vista come fredda e distante. E la tecnica del sandcasting utilizzata da Nivola era perfetta per questo scopo.

Arte e comunità
A partire dagli anni Cinquanta i temi della partecipazione, della comunità e condivisione diventano centrali per Nivola, tanto da dare vita ad opere molto innovative, come il Pergola village (1953). Un progetto per collegare tutte le case di Orani attraverso pergole, e la mostra all’aperto allestita per tre giorni sempre a Orani nel 1958, nella quale il coinvolgimento dei paesani era parte integrante del progetto. Nel Museo Nivola potete vedere i disegni che illustrano il progetto nella sua interezza, volto a rafforzare il legame sociale tra gli individui.
Microcosmo / Macrocosmo
Fanno parte di questi anni un gruppo di piccole opere realizzate in terracotta (Letti, Spiagge, Piscine). I Letti, ispirati ai sarcofagi etruschi, simboleggiano i momenti di vita che una coppia attraversa, la felicità, la solitudine, la disperazione.
Il tema del microcosmo indaga anche il mondo marino: spiagge in cui piccole figure riposano o nuotano verso l’orizzonte. Con Piscine, Nivola ricrea luoghi di svago urbano in cui i corpi si ammassano e ogni rapporto con la natura è negato o distorto.


Pittura e scultura
Negli anni Settanta Nivola torna alla pittura da cavalletto. Questa volta però attraverso le pennellate indagherà lo spazio, riflettendo sul rapporto tra superficie piana e immagine tridimensionale.
I monumenti immaginari
L’arte pubblica per Nivola è innanzitutto questione di responsabilità civica. E’ uno degli strumenti per migliorare in modo semplice e concreto la vita delle persone.
“Se artisti e architetti verranno meno alla sfida di rendere le città più belle, altri, meno dotati di immaginazione, e gruppi privi di responsabilità civica continueranno a perpetrare i mali architettonici delle nostre città.”
Negli ultimi anni Nivola inizia a privilegiare la dimensione utopica del monumento. Diversi progetti non vengono realizzati per imprevisti esterni, e da qui nasce la dimensione utopica dei nuovi lavori. Opere dell’immaginazione, valide al di la della possibilità di essere realizzate.
Serie delle Madri e delle Vedove
Attraverso l’utilizzo di materiali nobili come il marmo e il bronzo, Nivola indaga la forza generatrice della donna e il suo grembo, avvicinandosi alla scultura pura non più legata all’elemento architettonico.
“Da qualche tempo in qua si va sempre più definendo nella mia scultura una forza semplice, essenziale. Qui spirito e sensi collaborano nell’impegno di dare forma e significato alla materia. C’è una forma femminile come risultato, ma non necessariamente come punto di partenza. Il muro panciuto della casa rustica, nella mia età magica dell’infanzia, nascondeva sempre un tesoro: il pane piatto e sottile che si gonfia al calore del forno, promessa di appagare la fame di sempre. Allo stesso modo la donna incinta nasconde nel suo grembo il segreto di un figlio meraviglioso.”
La serie delle madri vi colpirà nel profondo.

La mostra di PeterHalley
L’ex Lavatoio ospita attualmente Peter Halley, figura chiave del Neo-concettualismo americano degli anni Ottanta. Halley è noto per la sua pittura geometrica che allude agli spazi sociali del tardo capitalismo e alla loro dimensione di confinamento, isolamento e reclusione.
Qui ad Orani l’effetto creato, su un edificio chiaro e lineare simile per forma e proporzioni a una chiesa, è gioioso e vivace, quasi uno spazio euforico.
Il titolo greco dell’installazione, ANTESTERIA, fa riferimento alla festa primaverile dei fiori in onore di Dioniso, durante la quale, col dio presente, venivano rappresentate tragedie e commedie. Carica di associazioni di vita e morte, gioia e sofferenza, questa antica celebrazione della primavera suona oggi come auspicio di una possibile rinascita dopo la pandemia.

Info per la visita
Lun/Dom
10.30 – 19.30
Chiusura settimanale: mercoledì
www.museonivola.it
Se sei interessato a scoprire altri artisti sardi contemporanei leggi di più su Maria Lai e il suo Museo all’aperto ad Ulassai e scopri quali altri posti visitare in un viaggio on the road in Sardegna.